Comunicato di Sardegna chiama Sardegna sulle elezioni comunali di Cagliari
Sardegna chiama Sardegna (ScS) nasce nel novembre del 2022, interpretando il sentimento di sfiducia verso la politica classica e la motivazione a costruire un movimento fondato sull’ascolto, il confronto e la partecipazione reale, metodi privilegiati per rilanciare realmente e unitariamente le istanze di emancipazione sociale e quelle di autodeterminazione politica per la nostra terra. Abbiamo praticato il nostro intento attraverso incontri con i territori e momenti di confronto tematico online, arrivando a mobilitare migliaia di persone. Con questo spirito abbiamo costruito il programma elettorale di Vota Sardigna, con la quale abbiamo partecipato alle consultazioni elettorali sarde.
Dopo le elezioni regionali abbiamo ritenuto fondamentale non disperdere il patrimonio politico ed elettorale della Coalizione Sarda, proponendo di presentarci uniti con una proposta politica aperta, pronta ad allearsi con le forze e organizzazioni civiche che si stavano costituendo a Cagliari. Auspicavamo la creazione di un’alternativa politico-programmatica con un’ambizione maggioritaria, in grado di offrire un’altra via rispetto all’esausto bipolarismo che si alterna al governo della città e che ora si ripropone con il duello dei Zedda. Un’alternativa in grado di offrire risposte chiare sul piano del welfare, delle politiche abitative, della lotta alle povertà, sul ruolo della città per l’area vasta.
Non siamo riusciti nel nostro intento. La contingenza temporale insufficiente per riattivare percorsi partecipativi reali e non fittizi – a così poco tempo da elezioni molto dispendiose – e le diverse scelte strategiche di altri partner potenziali, sono le principali motivazioni per cui abbiamo scelto di non presentarci alle elezioni comunali di Cagliari con una nostra proposta politica. Pensiamo sia più importante avere un programma solido, partecipato, interpretato da leadership capaci di generare una discontinuità, piuttosto che partecipare a tutti i costi alle elezioni comunali per “portare acqua” ai soliti mulini sconnessi dalla pancia viva di una città sofferente. Cagliari è infatti una città in declino, invecchiata ed indebolita, che vive male la turistificazione, che non ha deciso se vuole essere una città universitaria, dove i sentimenti di perifericità e solitudine aumentano invece che diminuire. Cagliari è una città senza una programmazione strategica, urbanistica, produttiva, sociale. E ha seriamente bisogno di cambiare registro programmatico e politico.
Per questo ScS non si ferma, ma avvierà un percorso di ascolto e partecipazione dedicato alla città di Cagliari e alla Città Metropolitana, in grado di mettere il fiato sul collo alla Giunta futura. Siamo già presenti nelle lotte che attraversiamo quotidianamente per il diritto all’abitare, contro la speculazione energetica, per una cultura del buon lavoro e dei diritti. Siamo nelle lotte per la pace, contro il genocidio del popolo palestinese. Saremo in tutte le lotte e in tutti gli spazi di elaborazione e proposta che si apriranno in futuro, dalla parte della maggioranza di persone che sono e resteranno senza voce anche dopo queste elezioni.
Invitiamo le cagliaritane ed i cagliaritani a prendere la parola, per non perderla più, partecipando alle attività del movimento e unendosi al gruppo di Sardegna chiama Sardegna che si è strutturato e lavora nel cagliaritano. Lo dobbiamo ad una città bellissima, che ha bisogno di un nuovo modo di fare politica per affrontare i suoi problemi e sprigionare le sue potenzialità.
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